Quanto ci costa davvero viaggiare in auto?
In Italia e in Europa l’automobile rimane di gran lunga la modalità principale per il trasporto passeggeri. L’auto è così spesso parte della nostra quotidianità, che sembra imprescindibile, al punto che il costo percepito, basato principalmente sul costo del carburante, potrebbe discostarsi da quello reale. L’uso dell’auto comporta infatti sia costi annui fissi (ammortamento del capitale investimento, tassa di circolazione, assicurazione) che costi in funzione della percorrenza (carburante, pneumatici, manutenzione e riparazioni).
In questo articolo cerchiamo di quantificare il costo medio chilometrico di utilizzo dell’auto, a partire dai dati di costo forniti annualmente da ACI, che rende disponibile una serie storica di costi chilometrici annui (2010-2018) per ogni modello di auto sul mercato, calcolati su una percorrenza media annua di 15.000 km.
Quanto costa viaggiare in auto in Italia?
Come abbiamo detto, il costo di utilizzo dell’automobile dipende da vari aspetti, di cui il carburante rappresenta solo una parte. Dal grafico seguente vediamo che dai dati più recenti riguardo ai modelli disponibili sul mercato (2018) la maggior parte dei modelli di auto comporta un costo medio chilometrico compreso tra 0,50 e 0,70 €/km. Un viaggio in auto di dieci chilometri costa quindi mediamente 6 euro.
Il confronto più immediato può essere effettuato rispetto ai treni, che su diverse tratte pendolari in Italia hanno costi chilometrici che variano tra 8 e 13 centesimi al km (Legambiente, Pendolaria 2017), o rispetto agli autobus extraurbani, che hanno tariffe molto diversificate a seconda della regione e della fascia chilometrica, con valori in media leggermente più alti rispetto alle tariffe ferroviarie.
Inoltre, ricordiamo che questi valori chilometrici non includono alcuni costi aggiuntivi legati all’utilizzo di altre infrastrutture, come i parcheggi o i pedaggi autostradali, che possono avere un peso significativo ma con una variabilità molto ampia a seconda delle tipologie di viaggio e delle aree geografiche. I costi che illustriamo in questo post sono quelli sostenuti dal proprietario dell’auto, mentre non stiamo considerando alcun costo legato agli impatti (che però sono in qualche modo connessi ad alcune tasse pagate sull’utilizzo dei veicoli).
La distribuzione della figura precedente è legata a diversi fattori, tra cui i principali sono la tipologia di auto, la potenza del motore, il tipo di carburante e la marca. Vediamo quanto possono pesare alcuni di questi aspetti sul costo medio pagato dall’utente.
Costo in funzione del tipo di carburante
Iniziamo dal carburante. A parità di percorrenza media annua (i dati disponibili sono calcolati su 15.000 km per ognuno dei modelli), la distribuzione dei costi in funzione del carburante è rappresentata nella figura seguente. Ognuno dei rettangoli del box-plot è delimitato dal primo e dal terzo quartile, e quindi la sua area racchiude il 50% delle misurazioni, di cui la mediana è rappresentata dal una linea nera orizzontale. Le linee esterne rappresentano le altre misurazioni, e la loro lunghezza indica la dispersione dei valori.
Osserviamo che la benzina e il gasolio, che sono i due carburanti più utilizzati (con circa 800 modelli ciascuno), hanno una fascia di costo molto simile tra di loro. Come è noto, i vantaggi del diesel emergono con chilometraggi annui più alti (e in effetti gli utilizzatori di auto a gasolio hanno percorrenze medie annue più alte). Le auto a metano e a GPL mostrano costi più bassi, e anche variazioni minori (in parte legate al numero più basso di modelli disponibili, circa 30 a metano e 55 a GPL per il 2018). I costi più bassi sono essenzialmente causati da una riduzione sulle accise rispetto ai carburanti più comuni, oltre ad alcune agevolazioni (come sconti o esenzione dal bollo in alcune regioni).
Considerando le auto elettriche (suddivise in elettriche pure, ibride e plug-in), osserviamo aspetti discordanti. Le auto ibride e plug-in mostrano prezzi generalmente più elevati delle altre tipologie, mentre le auto ad alimentazione elettrica hanno un valore mediano più competitivo rispetto a benzina e gasolio (e in linea con metano e GPL), ma il range di variazione del costo è molto più alto. In particolare, dato il numero limitato di auto elettriche attualmente sul mercato (26 nel 2018), l’effetto di alcuni modelli di auto più lussuose (principalmente Tesla) ha un peso maggiore rispetto agli altri carburanti.
Un altro aspetto interessante è valutare come è cambiato negli anni il costo mediano per ogni tipo di carburante, da cui emergono alcuni fenomeni.
Dal grafico vediamo che le variazioni delle auto a benzina e gasolio sono relativamente contenute, e nel corso degli anni i valori mediani si avvicinano sempre di più. Lo stesso vale per le auto a metano e GPL, sempre molto vicine tra loro. Un discorso a parte va fatto per le auto ibride ed elettriche. Mentre le elettriche si attestano su un valore piuttosto basso, le auto ibride hanno avuto costi più alti negli anni 2012-2014, per poi scendere a valori più bassi ma ancora superiori a quelle tradizionali. Le ibride plug-in sono le più care negli ultimi tre anni, e la loro competitività non è ancora dimostrata (sempre nell’ipotesi di 15,000 km/anno). Questo aspetto non sembra incoraggiante nell’ottica degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che riporta come obiettivo per il 2030 un totale di 6 milioni di veicoli elettrici, di cui 4,4 milioni ibridi plug-in.
Costo in funzione della marca di autoveicolo
Un’altra delle ragioni di variazione del costo medio chilometrico risulta chiara nella figura seguente, in cui abbiamo suddiviso le autovetture per marca. Il colore dei box rappresenta il numero di modelli disponibili per ciascuna marca, che può avere un effetto indiretto sull’ampiezza dell’intervallo di variazione.
Osserviamo che molte marche sono allineate con l’intervallo di 0,5-0,7 €/km che abbiamo già osservato in precedenza, alcune si collocano su valori inferiori, mentre le auto di lusso si caratterizzano per valori molto più alti, prime tra tutte le Ferrari (che sono state peraltro rimosse dai grafici precedenti per una migliore leggibilità). Osserviamo che i costruttori con più modelli disponibili sul mercato sono BMW, Audi e Mercedes, anche se questo non significa che rappresentino in assoluto il numero di auto più vendute su scala nazionale.
E se ci spostassimo in moto?
Infine, vi proponiamo un breve confronto con altre tipologie di veicolo considerate da ACI: i ciclomotori (cioè i “cinquantini”), le microcar e i motocicli. La figura seguente propone un confronto tra i valori mediani e l’intervallo in cui ricade il 50% dei modelli di ogni tipologia, proponendo anche la loro variazione nell’arco degli anni disponibili.
Vediamo come il costo delle altre tipologie di veicolo sia notevolmente inferiore all’auto, con valori di circa 0,15 €/km per i motorini e 0,25 €/km per le moto. Osserviamo anche che i motorini hanno una variabilità molto bassa, mentre per i motocicli la variabilità è più alta, date le diverse caratteristiche di cilindrata e tipologia di moto. Considerando che entrambi possono trasportare solo uno o due passeggeri il costo delle auto a pieno carico potrebbe essere in alcuni casi allineato con le mot, ma ricordiamoci che in Italia la maggior parte dei viaggi effettuati in auto è ad oggi effettuata con il solo conducente a bordo.
Metodologia e fonti dati
Le analisi presentate sono state effettuate considerando gli open data forniti da ACI, utilizzando per ogni anno i valori relativi alle auto disponibili sul mercato. I dati disponibili sono riferiti ad una percorrenza annua di 15.000 km, che essendo un valore medio non è rappresentativo di ogni tipologia di veicolo (ad esempio le auto alimentate a gasolio hanno generalmente percorrenze medie più elevate). Per superare questo limite sarebbe necessario avere accesso a dati aggiuntivi, o almeno ad una ripartizione tra costi fissi e variabili, che non sono ad oggi disponibili in formato open data. Tuttavia, allo stesso tempo, considerare costi legati a percorrenze medie diverse potrebbe non rendere i risultati facilmente confrontabili.
Un’altra approssimazione dell’analisi attuale è legata al fatto che ogni singolo modello è considerato con la stessa importanza, senza che vengano pesati per il numero effettivo di veicoli venduti per ogni modello e ogni anno. Una media pesata porterebbe a risultati più aderenti alla realtà, ma ci aspettiamo che non cambierebbero in modo significativo i risultati descritti in questo post.
Le analisi sono state effettuate utilizzando l’ambiente di calcolo R, con il package tidyverse.